Laboratorio di Motion Graphic 2

Corso di laurea magistrale in Design

Docente

Andrea Brogi

Il corso si propone di fornire le basi sia metodologiche che pratiche per la progettazione e realizzazione di artefatti audiovisivi disegnati con le nuove tecniche di animazione digitale. 

Se da un lato le tecnologie digitali hanno consolidato un linguaggio espressivo nato insieme al cinema (il cinema di animazione) dall’altro hanno evoluto il linguaggio stesso fornendo nuovi strumenti e metodologie. 

Animazione 2D, Animazione 3D, matte painting, compositing, motion tracking, motion capture, video FX e grafica generativa sono tecniche digitali che hanno rivoluzionato il processo produttivo della comunicazione visiva e allo stesso tempo la veloce evoluzione digitale ha aperto nuovi canali di comunicazione che oggi è indispensabile saper gestire nel modo corretto. 

Il corso affronta tutti questi argomenti anche con esercitazioni pratiche utilizzando i diversi software di grafica animata disponibili in laboratorio che porteranno lo studente a ideare e realizzare un progetto di comunicazione. 

Libertà Supposte

“… 39 milioni di schede d’archivio, 111 chilometri di documentazione (protocolli, verbali di interrogatori, rapporti di informatori IM e faldoni di procedimenti operativi), 1,4 milioni di fotografie e diapositive (negativi compresi), 2.734 film e videocassette con materiale filmato, 31.300 audiocassette, 7.832 dischetti, nastri e dischi magnetici contenenti e banche dati informatiche della STASI […]”

“… I metodi, cui la Stasi fece ricorso, furono decisamente poco ortodossi, come nel caso del processo di «decomposizione dell’anima». Si creavano le condizioni per isolare gli individui scomodi rispetto
ad affetti ed amicizie, nonché per bandirli dalla società, privandoli del lavoro e facendo fallire ogni loro progetto […]”

Progetto di Brogi e Tania Sabatini

Aside

L’idea principale è stata quella di rappresentare il modo diverso di vedere la società, allontanarsi dagli stereotipi comuni e vedere il mondo da un’altra prospettiva. La storia parte con una pan su tante case uguale tra loro (società) per poi soffermarsi su una diversa dalle altre. Una zoommata all’interno di quest’ultima ci porterà in una piccola stranza disordinata, dove un ragazzo dorme appoggiato sopra un tavolo, da quà si entra in un mondo immaginario (fumo della sigaretta che fa da portale per il mondo dell’immaginazione) dove lettere grandi che rappresentano la società non vogliono accettare la piccola lettera tra le loro fila. La piccola lettera si dirige dall’altra parte del tavolo dove incontra altre letterine simili a lei, insieme provano a tornare dalle lettere grandi che scocciate continuano imperterrite a  stringere le fila. La scena finale è un brusco ritorno alla realtà (caduta di un libro sulle lettere grandi) che grazie a diverse zummate verso l’esterno ri-presentano le case iniziali ma da una diversa prospettiva, un diverso modo di vedere la vita e la società.

Progetto di Brogi e Marco Pezzi

Manola

Il progetto vuole essere un tentativo di raccontare la crescita e il cambiamento di Anemone ed Ortensia, trasponendo le emozioni suscitate dalla lettura del libro in linguaggio visivo e sonoro.

Obbiettivo del progetto è quello di interpretare la mutevolezza della natura umana attraverso un linguaggio di sintesi, astratto e simbolico, che ne sottolinei la capacità di modificarsi, mutare e diventare altro da sè.

Progetto Panfili / Brogi

Hence

Il progetto consiste nella progettazione e realizzazione di grafiche generate in real time per i cinque brani musicali della band Hence, da visualizzare durante i concerti.

L’obbiettivo del progetto è quello di valorizzare le canzoni, esaltandone le emozioni attraverso la sincronia del visivo e del sonoro al fine di offrire al pubblico un’esperienza maggiormente coinvolgente

Progetto Prati / Brogi

Quartana

Il brief del progetto prevedeva un prodotto audiovideo che descrivesse il movimento e le informazioni che veicola; con queste premesse l’idea progettuale si è diretta verso una forma d’arte antica come il “nuovo mondo”: la Capoeira. Danza, arte marziale e sport che del movimento e della sua energia ha fatto una forma di comunicazione non verbale. La prima fase progettuale si è concentrata nella ricerca storica e nelle origini che la Capoeira ha avuto. Ecco un breve riassunto delle informazioni trovate: Nel 15° sec il Portogallo era una potenza coloniale. L’espolatore Pedro Antonio Cabral sabarcò in Brasile, dove cominciò la colonizzazione di quelle terre sconfinate. Nel 1532 fu introdotta la coltivazione della canna da zucchero, questo evento segnò la storia del Brasile: insieme ai grandi latifondi nascque la neccessià di manodopera a basso costo. Inizialmente furono utilizzati gli Indios, ma la poca resistenza ai lavori forzati li portarono alla decimazione. Un’alternativa valida si rivelò quella di utilizzare i neri-africani. Questi povenivano da vaste zone dell’africa, in particolar modo dall’Angola, portando con se le loro tradizioni e il loro folklore. Un elemento importante per la nascita della Capoeira è stata l’esportazione della “Danza della Zebra”, è in questo ballo che troviamo il primo seme di quest’arte. Gli africani, venuti in contatto con le popolazioni Indios e le loro pratiche di lotta,
unirono le discipline di danza e combattimento creando la Capoeira Angola, arte marziale che dissimula la lotta nella danza. A metà del 1600, una volta che la pratica della Capoeira fu consolidata, gli schiavi organizzarono delle rivolte per liberarsi della loro condizione e creare delle comunità libere nella foresta. Gli Africani vissero in condizione di schiavitù fino al 1888, anno in cui la schiavitù venne abolita. La popolazione nera però non venne mai integrata totalmente nella società brasiliana e venne relegata nelle favelas, dove per sopravvivere molti erano costrettia rubare e per difendersi dalla polizia utilizzavano la Capoeira. Nella storia recente la Capoeira, specialmente la Regional, è stata rivalutata come sport e come spettacolo, tanto che nel 1974 è stata eletta sport nazionale brasiliano.

Progetto di Brogi e Malvina

Lucy in the sky with diamonds

Lucy in the Sky with Diamonds è un brano musicale composto e registrato dai Beatles nel 1967 e facente parte del loro ottavo album, Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band. Scritta da John Lennon e accreditata alla coppia Lennon/McCartney, la canzone ha ingenerato parecchie controversie per il suo titolo, che venne interpretato come un’allusione all’LSD. Secondo questa teoria, l’acronimo del titolo della canzone si riferirebbe alla sopracitata droga (le iniziali dei sostantivi presenti nel titolo sono infatti L, S, D). Lennon invece affermava che l’ispirazione per il titolo gli era venuta da un disegno di suo figlio Julian. In quel disegno si vedeva una compagna di classe di Julian, di nome Lucy, che passeggiava in un cielo pieno di corpi brillanti. Tutto il testo del brano è un susseguirsi di immagini psichedeliche ispirate alle atmosfere surreali e sognanti dei celebri romanzi Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo Specchio di Lewis Carroll del quale lo stesso Lennon era un grande ammiratore.

Progetto di Brogi e Morena Ugolini

Phantasĭa

“L’arte è ricerca continua, assimilazione delle esperienze passate, aggiunta di esperienze nuove, nelle forma, nel contenuto, nella materia, nella tecnica, nei mezzi.”
(da Munari 80) — Bruno Munari

fantasia
— tutto ciò che prima non c’era anche se irrealizzabile.

invenzione
— tutto ciò che prima non c’era ma esclusivamente pratico e senza problemi estetici.

creatività
— tutto ciò che prima non c’era ma realizzabile in modo essenziale e globale.

immaginazione
— la fantasia l’invenzione la creatività pensano, l’immaginazione vede.

Progetto di Brogi e Francesco Paolini

Soledad

Cent’anni di solitudine è un romanzo del 1967 del Premio Nobel colombiano Gabriel García Márquez, considerato tra le opere più significative della letteratura del Novecento. Il testo è una saga familiare ambientata nell’immaginaria e isolatissima cittadina di Macondo, situata nella Colombia caraibica..

Il romanzo di Márquez è suddiviso in venti capitoli non numerati: alle vicende che coinvolgono la prima, la seconda e la terza generazione sono dedicati i primi nove capitoli. Dal capitolo sei però il contesto, pur restando quello di Macondo, ingloba quello più ampio delle guerre civili. Il sesto capitolo è una sorta di nuovo incipit del romanzo che, esaltando lo stile narrativo dell’intera opera e ricalcando quello del mito, utilizza strategicamente la figura della prolessi, la quale permette di “accennare, all’inizio di un ciclo vitale, alla sua conclusione così che il presente sia già anche percepito nella prospettiva di passato che gli darà futuro”

Progetto di Brogi e Simona Girardi

Andrea Brogi