Storie e pratiche di comunicazione del progetto

Corso di laurea magistrale in Design

Docente

Marco Brizzi

Come possono essere interpretate, ai fini di una più consapevole elaborazione del progetto di design, le possibilità di comunicazione oggi disponibili? Quali riflessioni propongono esempi tratti dalla storia della progettualità? Quali inattese domande e quindi quali nuove ipotesi sollevano le forme di design speculativo intorno al progetto? Il corso di “Storia e pratiche di comunicazione del progetto” propone agli studenti del secondo anno di laurea magistrale in design un’occasione per riflettere sulle implicazioni culturali, tecniche e espressive delle relazioni tra il progetto e le possibilità di comunicazione nel quale esso può immergersi per dar luogo a conseguenze innovative. Una prospettiva storica, adottata a partire dall’individuazione di alcune fasi emblematiche, conduce a una riflessione a tutto campo sul design contemporaneo.

Parte seminariale

Pur trattandosi di un corso di teoria, è stata prevista per gli studenti una fase seminariale, costruita quest’anno a partire dal tema progettuale proposto dal corso di Sound Design tenuto dal professor Stefano Luca. Nel seminario gli studenti, riuniti in gruppi, hanno elaborato delle narrazioni paradossali intorno all’ambiente della lavanderia a gettone. Tali narrazioni, che hanno assunto una forma composita testuale e audiovisiva, hanno svolto la funzione preliminare a un esercizio di speculative design offrendo, appunto attraverso la scrittura e il racconto, la possibilità di sollevare ipotesi circa possibile condizioni di esistenza per futuri scenari progettuali. Qui di seguito sono riportate le tre narrazioni sulle quali in classe si è avviata la riflessione.

Coscienza pulita

Studenti: Benedetta Borghi, Eleonora Di Francesco, Maria Gabriella Milinci, Gregorio Vaccari

2084. A causa di una dispersione di sostanze nocive derivanti dallo smaltimento delle batterie di un mondo totalmente volto all’elettrico, sul pianeta terra non c’è più acqua potabile. A trent’anni dall’accaduto, i sopravvissuti si sono rifugiati nei pressi delle uniche fonti di acqua che sono riusciti a ripulire grazie alle proprietà purificatrici di una pianta equatoriale. Qui l’acqua pulita è raccolta in enormi vasche di vetro contenute all’interno di acquari dove le persone si recano per lavare i vestiti. Infatti nelle abitazioni private non sono più presenti le lavatrici ad uso domestico e per lavare ci si deve recare in queste lavanderie pubbliche. È in uno di questi acquari che lavora il protagonista della nostra storia, un addetto al controllo del livello di inquinamento dell’acqua delle vasche, che cela, dietro una semplice routine lavorativa, un segreto inconfessabile.

Una storia che riflette sulla precaria condizione dell’uomo e sulla sua indole che lo porta a cercare il bene ma a volte non distinguerlo dal male.

Mind washing

Studenti: Ilenia Balella, Pietro Baruzzi, Barbara Sabato, Angelica Zanibellato

Mind Washing è un progetto di speculative design che propone uno scenario futuro in cui si va ad analizzare un mondo in cui è venuta meno la comunicazione tra gli individui. In questo scenario abbiamo cercato di capire quale potrebbe essere la nuova condizione di vita degli esseri umani, ponendo particolare attenzione al tipo di intervento che il design potrebbe apportare, sfruttando la situazione come opportunità nel creare nuove forme di comunicazione. L’ambiente dove si sviluppa il racconto è una lavanderia a gettoni, unico luogo in cui avviene l’interazione tra le persone. I sensi della vista e dell’udito, in questo contesto, risvegliano l’emotività degli individui e stimolano la condivisione.

Extended game

Studenti: Giulia Bollini, Angelica Gasperoni, Francesca Donati, Fabrizio De Donatis

“Curioso come il susseguirsi di luoghi e tempo sembrino non distinguersi più tra loro” pensò Paolo osservando la pioggia cadere sullo Skyline di Milano attraverso le vetrate della Enterprise Company. Finalmente la giornata lavorativa si concluse. Paolo doveva solo compiere altre due o tre commissioni prima di poter tornare a casa: ordinare la cena da ricevere insieme alla spesa quella stessa sera e rivedere gli ultimi dettagli per la festa della sua amica Sara del giorno successivo, controllare lo stato del cleanbot domestico che pare si sia incastrato chissà dove da qualche parte in casa, è tutto il giorno che gli invia notifiche di “aiuto, mi sono incastrato”.

Prof. Marco Brizzi